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Pubblicato il

22 Marzo 2024

Autore

Daniele Ditta

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Sorgenti e pozzi, dove sono e quanta acqua forniscono alla rete idrica

Siciliacque preleva da pozzi e sorgenti il 42% dell’acqua che viene immessa nella rete idrica di grande adduzione. Le acque di falda o sotterranee sono concentrate per lo più nelle Madonie, nei Monti Sicani e nella zona Etna-Alcantara. Risorse idriche limitate sono invece presenti nei territori del sud dell’Isola, le province di Agrigento e Caltanissetta, ma grazie all’interconnessione degli acquedotti e alle “autostrade dell’acqua”, circa 1.700 chilometri di condotte, il prezioso liquido viaggia da nord a sud e da est a ovest. Nella provincia di Trapani, ad esempio, oltre al campo pozzi Staglio di Castelvetrano, l’approvvigionamento viene garantito dagli acquedotti Montescuro e Garcia. A Licata, comune dell’Agrigentino che si trova nel profondo sud, l’acqua arriva da Troina, sui Nebrodi, dopo aver percorso ben 145 chilometri.

Oggi infatti è possibile spostare ingenti quantità idriche su 12 dei 13 acquedotti gestiti da Siciliacque. A differenza dell’acqua proveniente da fiumi e dighe, che passa obbligatoriamente dai potabilizzatori, quella dei pozzi e delle sorgenti subisce solo un trattamento di disinfezione. “Chiare, fresche e dolci acque” si potrebbe dire parafrasando Francesco Petrarca. E come nell’opera dello scrittore e poeta aretino del ‘300, le acque dei pozzi e delle sorgenti gestite da Siciliacque fanno da sfondo a paesaggi unici. L’Alcantara è uno di questi. Qui, in territorio di Mojo Alcantara, è stata scavata una galleria drenante che capta l’acqua dal sottosuolo: con un minimo di 300 litri al secondo a un massimo di 1.000 litri al secondo si tratta della maggiore fonte di approvvigionamento proveniente da una falda acquifera.

Nelle Madonie ci sono tre gruppi di sorgenti: quello che dà più acqua è a Polizzi Generosa (da 50 a 200 litri al secondo), il secondo gruppo denominato San Salvatore si trova a Petralia Sottana (da 40 a 200 litri al secondo), il terzo Margi, nel Comune di Castellana Sicula (da 5 a 30 litri al secondo). Altre tre sorgenti sono a Prizzi (Montescuro Est), sui Monti Sicani, sempre nel Palermitano, e garantiscono una portata complessiva che va da 75 a 180 litri al secondo. Le sorgenti del Fanaco – Liste di Sciacca e Sant’Andrea (da 70 a 150 litri al secondo) – sono nella non lontana Castronovo. Altre sorgenti minori sono quelle di Palazzo Adriano (da 50 a 100 litri al secondo) e Montevago in località Grancio (20 litri al secondo costanti).

Tra i grandi campi pozzi rientrano invece il Favara di Burgio (300 litri al secondo), lo Staglio di Castelvetrano (200 litri al secondo) e il Giardinello di Comiso (70 litri al secondo). Dai pozzi Feudotto di Menfi, profondi 250 metri, si ricavano 40 litri al secondo che alimentano l’acquedotto Garcia. Per fronteggiare l’emergenza idrica in corso si sta realizzando un pozzo gemello al Callisi di Caltabellotta (Agrigento) e si stanno trivellando anche nuovi pozzi in contrada Zacchia a Prizzi (Palermo) e nell’area del Favara di Burgio.

Negli ultimi anni, Siciliacque ha cercato di aumentare la disponibilità idrica delle fonti sotterranee, migliorando ed ampliando la captazione di tutti i campi pozzi. La sostituzione delle vecchie tubazioni d’acciaio con tubazioni più moderne in Pvc e i sensori installati in ogni pozzo hanno permesso di ridurre le perdite e conoscere in tempo reale il livello della falda. Questo al fine di non prelevare più acqua di quanto la falda stessa non riesca a ricaricarsi con le precipitazioni.

I 73 dipendenti dell’area Gestione Reti di Siciliacque (oltre il 40% del totale della forza lavoro presente in azienda) sono impegnati quotidianamente in attività complesse: la gestione dei pozzi richiede infatti una costante manutenzione – soprattutto alle pompe idrauliche – mentre negli acquedotti vengono effettuate manovre in alcuni casi con pressioni d’esercizio molto alte (oltre le 40 atmosfere). Oggi ci sono apparecchiature gestite in telecontrollo che agevolano parecchio i tecnici, ma l’uomo resta centrale. Sul campo infatti ci sono sempre squadre di elettricisti, idraulici e operai che, dall’alba a notte fonda, si occupano delle manovre di scarico o riempimento degli acquedotti, dello spegnimento o dell’accensione di impianti e, quando necessario, delle riparazioni sulle condotte.