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Presente, passato e futuro di Siciliacque

Siciliacque è una società che gestisce sul territorio regionale il servizio di captazione, accumulo, potabilizzazione e adduzione dell’acqua potabile a livello di sovrambito: si occupa cioè della distribuzione idrica dalle grandi infrastrutture (un sistema interconnesso di acquedotti, dighe, invasi, potabilizzatori, pozzi, sorgenti, centrali idroelettriche ecc…) fino ai serbatoi comunali, attraverso una rete lunga 1.942 chilometri.

Classificata come “impresa pubblica”, Siciliacque è una società per azioni partecipata al 75% da Idrosicilia (controllata da Italgas spa, che ha recentemente rilevato il pacchetto azionario di maggioranza dalla francese Veolia) e al 25% dalla Regione Siciliana.

Operativa dal 2004 – al termine di un iter legislativo iniziato nel 1999 con il recepimento della legge Galli da parte dell’Assemblea regionale siciliana (Ars) e concluso nel 2003 con l’aggiudicazione di un bando pubblico europeo per la ricerca di un partner privato – Siciliacque ha ereditato da Eas (l’Ente acquedotti siciliani messo in liquidazione dalla Regione) la gestione del servizio idrico di sovrambito, con l’obiettivo di superare le carenze infrastrutturali presenti nell’Isola e il divario con le altre regioni italiane.

Ad aggiudicarsi il processo di selezione è stato un raggruppamento temporaneo di imprese che ha proposto un piano d’investimenti complessivo di 580 milioni di euro nell’arco di 40 anni, ovvero la durata della concessione stabilita dalla Regione Siciliana.

La società è governata da un Consiglio d’amministrazione composto da cinque membri: tre (fra cui il presidente del Cda) sono designati dalla Regione Siciliana, i restanti due dai soci industriali.

La gestione industriale del servizio – improntata al bilanciamento tra efficienza del servizio, investimenti e sostenibilità ambientale – ha portato Siciliacque al conseguimento di importanti risultati: dallo spegnimento dei tre dissalatori di Gela, Porto Empedocle e Trapani (che costavano alla Regione più di 30 milioni di euro all’anno) al rifacimento di ben tre acquedotti (Favara di Burgio, Gela-Aragona, Montescuro Ovest), passando per la produzione di quasi 9 milioni di Kwh annui di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Oggi Siciliacque produce 90 milioni di metri cubi d’acqua (di cui 70 milioni distribuiti), coprendo l’intero fabbisogno delle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Trapani e parte di quello di Palermo e Messina, più qualche zona del Ragusano (per un totale di 1,6 milioni di siciliani). Inoltre, grazie agli investimenti e ad una costante manutenzione della rete idrica, ha ridotto le perdite d’acqua dal 30% al 15%.

Dal 2023 sono in corso le procedure per la realizzazione di oltre dieci opere di grandi e medie dimensioni, finanziate dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e dal Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc), tra le quali il nuovo acquedotto Marsala-Mazara-Petrosino, che avrà la capacità di veicolare circa 250 litri d’acqua al secondo e soprattutto risolverà lo storico problema della progressiva salinizzazione dell’acqua di falda in quest’area del Trapanese.

Una sfida, quella del Pnrr, che vedrà adesso impegnata la nuova proprietà di Italgas a proseguire anche il processo di automazione digitale delle reti e di efficientamento energetico già avviati per rendere il servizio idrico di sovrambito in Sicilia sempre più resiliente.

Tutta la documentazione di carattere generale relativa a Siciliacque (atto costitutivo, statuto, convenzione, codice etico, etc) è pubblicata nella apposita pagine dedicata alla trasparenza, accessibile da qui. Se invece sei interessato alla organizzazione dell’azienda, qui puoi entrare nel dettaglio, anno per anno, di chi sono e cosa fanno le nostre Risorse Umane e qui puoi conoscere la governance ed il funzionigramma.